Teatroterapia: Il corpo come strumento di conoscenza
Scopri la Teatroterapia: un percorso di crescita personale attraverso il movimento, l'espressione corporea e la creatività. Il tuo corpo diventa la chiave per esplorare emozioni, relazioni e potenzialità nascoste.
Ascolta direttamente le voci di chi ha partecipato ai nostri percorsi di Teatroterapia.
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Maela- Assistente giudiziaria in pensione
"Sabrina fin dall'inizio ci ha incentivato, motivato e spronato a diventare un gruppo omogeneo, nonostante le differenze di età. Grazie davvero."
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Annusca- Insegnante in pensione
"Sabrina è magica, è un vulcano di idee è molto competente ed è preparata. Si emoziona facilmente ma ha fatto emozionare anche me e anche altre persone. Direi che devo soltanto ringraziarla "
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Giovanna- Impiegata in pensione
"Sabrina ha saputo accompagnarci in questo percorso con una cura speciale per ognuno di noi. Lo spettacolo che abbiamo costruito insieme, intrecciando le nostre storie, è stato travolgente e profondamente coinvolgente. La passione e la creatività che metti in tutto ciò che fai, cara Sabrina, sono davvero straordinarie."
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Enza- Impiegata
"Ho iniziato il laboratorio teatrale senza sapere cosa aspettarmi, pensando fosse solo un gioco. Invece, passo dopo passo, ho scoperto il valore dell’ascolto, della relazione e della scena. Ho imparato a conoscere me stessa, ho trovato fiducia, nuovi amici e, inaspettatamente, mi sono ritrovata sul palco. "
Spettacoli Terapeutici già realizzati
Gli spettacoli terapeutici rappresentano il culmine del percorso di teatroterapia, dove l'espressione artistica diventa strumento di trasformazione e guarigione.
Ogni performance è un viaggio emotivo unico, in cui i partecipanti hanno l'opportunità di condividere il proprio percorso personale, trasformando le loro esperienze in arte che comunica e connette.
Espressione autentica
Attraverso il linguaggio teatrale, ogni persona trova uno spazio sicuro per esprimere il proprio mondo interiore in modo creativo e liberatorio.
Condivisione comunitaria
Gli spettacoli creano un ponte tra chi partecipa e chi assiste, generando momenti di profonda connessione umana e comprensione reciproca.
Trasformazione terapeutica
Il processo di creazione e rappresentazione diventa un potente catalizzatore di crescita personale, consapevolezza e cambiamento.
Ogni spettacolo è progettato con cura per onorare il percorso unico di ciascun partecipante, creando un'esperienza che arricchisce sia chi si esibisce sia chi assiste.
Alcuni esempi di spettacoli terapeutici che ho già realizzato
Cinni
Storie di adulti che non hanno mai smesso di essere bambini
Leggi la sinossi
Cinni è un viaggio teatrale nell'infanzia, nelle sue regole tacite e nei suoi giochi crudeli, nelle amicizie indissolubili e nelle paure che sembravano insormontabili. È un mosaico di ricordi, piccoli traumi e conquiste, raccontato attraverso la lente di chi l’infanzia l’ha vissuta e ora la osserva con la distanza del tempo.
In scena, un gruppo di adulti torna a essere bambino. Si muovono in un cortile che non esiste più, evocano compagni di scuola dimenticati, ricostruiscono dettagli di case, ponti e giostre con la memoria del corpo. Tra risate, sfide e crudeltà, emergono le dinamiche sociali di un mondo che pare lontano ma è ancora radicato dentro di loro.
Le scene si susseguono come frammenti di un album di fotografie: un’ora di educazione dentale che si trasforma in un incubo clownesco, il gioco del rompicollo che diventa una prova di coraggio, il primo amore ridicolizzato sotto gli sguardi dei compagni. La paura delle bisce su un ponte sconosciuto, l'ansia di essere accettati, la gioia di sentirsi invincibili anche solo per un pomeriggio.
Cinni è uno spettacolo che parla di infanzia senza filtri, senza nostalgia edulcorata. È una lettera a quel sé bambino che ha riso, pianto, corso e caduto, e che ancora oggi sopravvive in ogni adulto.
Questo spettacolo, scritto da una donna, si rivolge al pubblico femminile come un rimprovero.
Troppo spesso si è sentito parlare di “violenza sulle donne”, che sia essa fisica o psicologica, e purtroppo altrettanto spesso le donne sono vittime inermi di questa non avendone nessuna colpa.
Accade pure e quasi con la stessa frequenza che le donne, accecate da quello che credono essere amore, dimentichino chi sono e quanto rispetto debbano a loro stesse in favore di amori malati, diventando mogli, madri, infermiere e schiave dell'uomo che amano. Il disamore di sé, l'insicurezza, la ricerca di continue conferme che da sole non riescono a darsi le porta a compiere gesti estremi e profondamente autolesivi. Il fenomeno riguarda più le donne che gli uomini per ragioni storiche, poiché la cultura occidentale ci insegna che sono fragili, deboli e che hanno bisogno di protezione. Il risultato spesso, è un esaurimento nervoso, deperimento fisico e psicologico, conti in banca prosciugati ed un profondo odio per se stesse.
Da tutto questo si può guarire.
“Vipere” racconta storie di donne e di uomini, entrambi incastrati nel circolo vizioso dell'amore che diviene malattia mentale. E' un invito a riflettere da entrambe le parti: da un lato sul fatto che non si può amare nessuno se non si è prima innamorati di se stessi, dall'altro che una donna non si tocca nemmeno con un fiore.
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